(Argonauta Records) Molto spesso capita che quando una band si trova a cambiare cantante, inevitabilmente rivede in parte le proprie coordinate musicali per potersi adattare al meglio allo stile del nuovo entrato. Non è questo il caso degli olandesi Obese, in quali proseguono con il loro stoner/sludge estremamente potente e monolitico. Eppure, l’entrata in formazione del nuovo singer Vladimir Stevic permette ai nostri di allargare gli orizzonti della band, grazie all’innata espressività del nuovo cantante, in grado di spaziare da vocals maschie ed aggressive a parti più suadenti non lontane da certo pop. I riferimenti a bands come High On Fire, Crowbar, Eyehategod e Kyuss sono sempre evidenti e la potenza che esce dagli amplificatori è debordante, ma la varietà espressiva mostrata denota una crescita netta rispetto al debutto “Kali Yuga”. “Agony” è ritmata ed incalzante, dall’anima blues e psichedelica, che alterna eterei arpeggi ad esplosioni elettriche debordanti, abuso del wah wah e parti vocali divinamente interpretate. “Anthropoid” è costituita da melodie arabeggianti che poggiano su un muro sonoro ultra distorto, mentre il ritornello estremamente orecchiabile mi riporta alla mente alcune cose dei Muse. “Human Abstract” ha come punto di forza le armonie vocali, particolari e variegate, accompagnate da riffs alla Saint Vitus. Un passo in avanti rispetto al pur ottimo debutto, per una band che non ha paura di ampliare i propri orizzonti pur rimanendo fedele al proprio trademark.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10