(Relapse) Tornano a distanza di due anni dal full length “Inked In Blood” gli Obituary, maestri indiscussi del death metal floridiano, che si presentano con due canzoni nuove (registrate in studio), seguite da brani dal vivo registrati nel 2015 durante il tour promozionale dell’album. I due inediti sono di buona fattura, nello stile unico ed inconfondibile della band capitanata dai fratelli Tardy. “Loathe” ha un riff doomy, lento e monolitico e funge quasi da lunghissima intro, con parti vocali ridotte all’osso, risultando quasi uno strumentale inframmezzato dai classici ruggiti di John Tardy, che come di consueto sputa l’anima con il suo inimitabile growl. La title track è sempre incentrata su ritmiche rallentate, seppur un po’ più veloci dell’opener, con un riffing alla Celtic Frost, da sempre principale influenza dei nostri. Due ottimi brani, quindi, che mostrano una band ancora ispirata e compatta. Ma è dal vivo che la band riesce a dare il meglio di sé. Ho avuto modo di vederli live pochi anni or sono, e posso assicurare che l’impatto è annichilente, con il nucleo originario (John e Donald Tardy e Trevor Peres) che sul palco dimostra uno stato di forma eccellente, specialmente per quanto riguarda la voce di John, indiavolata e riconoscibile tra mille. Il live pesca a piene mani dai primi album della band e sono infatti ben quattro i pezzi presi da “Slowly We Rot”, mentre sono tre da “Cause Of Death”. “Intoxicated” o “Chopped In Half” mandano il pubblico in delirio. La band punta giustamente sui classici, mentre si limitano ad eseguire soltanto due canzoni da “Inked In Blood” (“Centuries Of Lies” e “Visions In My Head”). Mi spiace soltanto che non abbiano incluso pezzi da “The End Complete”, a mio avviso un album stupendo e fin troppo sottovalutato. Una band che dimostra di poter ancora comporre ottimi pezzi, e che dal vivo non fa prigionieri.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10