(Autoproduzione) Atto di indicibile crudeltà e suoni devastanti. Kaos strisciante, amorfa violenza e gelida angoscia. Sensazioni orribili che il rituale imbastito da Hel (voce femminile in scream) e Black Charm (tutti gli strumenti, drum machine compresa) comunica. Loro, due bestie espulse dai recessi dell’inferno, non fanno musica estrema, creano scenari empi e immondi. “Ritual” non è solo black metal, ma è la creazione di una serie di canzoni dalle trame diverse, tese e dilatate come fossero la colonna sonora di, appunto, un rituale. Questo secondo lavoro degli Obscura Amentia è devastante nella sua fredda staticità compositiva: poche le variazioni, riff ossessivi, scenari estremi e indemoniati. Non tutto è fermo, ma siamo in presenza di un black metal ruvido e crudo, dove le melodie abbozzate serpeggiano attraverso una coltre di maligna attitudine. Nonostante ciò, il merito dei due musicisti è quello di rendere uniche le singole canzoni, ecco dunque che qualche gemma opaca e intrisa di sangue si evidenzia, come la title track o la seguente “Lost in the Reflection Moon”, la quale ricorda tanto gli Emperor dei primordi. “Ominous Herald” altra nera trama narrativa che traccia un percorso variabile, ammantato dal lacerante scream di Hel e poi “Silence (A Reminder of Death)” la quale assume toni black-doom. “Ritual” è un lavoro di puro black metal, personalmente ritengo parzialmente penalizzata la voce di Hel, un tantino bassa rispetto alla musica, tuttavia è un prodotto totalmente underground e si sente, ma un voto in più per la genuina e perfida proposta è più che meritato ed è un augurio per il futuro!
(Alberto Vitale) Voto: 7/10