(Trollzorn) Quello che non capisco degli Obscurity è perché tutti parlino di loro, management compreso, in chiave “pagan” e “viking” in merito alla loro musica. Riconosco che sia quello il loro retroterra musicale, oltre ad un black metal dei primi anni, però già “Tenkterra” aveva proposto scenari diversi e meno condizionati da quelle due matrici. Accade anche in questo nuovo lavoro e infatti devo aspettare la seconda canzone, “Obscurity”, e il suo ritornello per sentire quel tipo di sonorità che si ispira a Odino e Thor. Complessivamente già con la seguente, e dunque terza in scaletta, devo constatare che gi Obscurity siano una band che in fin dei conti suona un death metal molto svedese, dai tratti melodici ben sviluppati e con fasi aspre e agguerrite, mentre nei ritornelli o nei bridge ecco effettivamente saltare fuori il lato viking. Molto heavy e catchy “Strandhogg” e death/thrash “Waltenbrand” e “Joermungandr”, le quali elaborano discrete melodie epiche. Alcune andature del riffing sono spinte verso il black metal (“Ensamvarg” e altrove) ma senza mai arrivarci del tutto. “Butmondzeit” è decisamente tra i pezzi più interessanti , per via di un riffing ben variegato e melodia generale cathcy. “Waltenbrand”, “Fimbulwinter” alzano le tendenze viking (che io trovo sempre blande e comunque siamo nei pressi delle influenze dei Children Of Bodom primi del 2000). Un primo ascolto di “Obscurity” mi ha lasciato dubbioso, mentre in quelli successivi ho inteso che i tedeschi pare diano il meglio di se quando arrivano a metà delle canzoni . Da quel momento in poi la band ci mette estro e le canzoni ne gudagnano. L’album non è un capolavoro, ma è di sicuro un ulteriore passo in avanti per loro e in sintonia con il precedente.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10