(Time To Kill Records) La band nasce con l’amicizia tra Massimiliano Pagliuso dei Novembre e Alessandro Marconcini nel 1994. Gianpaolo Caprino, Stormlord e altri, si aggrega tre anni dopo. Un demo e un EP in quegli anni d’esordio e solo ora gli Oceana approdano a un full length per esporre in maniera ampia, con poco più di un’ora di musica, il proprio prog metal. “The Pattern” nasce attraverso tre studi, uno dei quali dello stesso Pagliuso, mentre il terzo dove è avvenuto il missaggio e masterizzazione è quello di Dan Swanö e probabilmente non a caso. Gli Oceana suonano in maniera scorrevole e già il secondo singolo “Atlantidea Suite Part 1” (il primo è stato “You Don’t Know”) che arriva a oltre quattordici minuti, è parso come una fiumana gentile e plasmata di note e creatività. Lo stile implementa gothic, melodic metal, quanto ascendenze Katatonia, Paradise Lost e proprio gli stessi Edge Of Sanity del maestro Swanö, sembrano portare l’ascoltatore di fronte a una grossa sintesi di un certo metal suonato dagli anni ’90 ad oggi. Il potere delle melodie, la stessa orecchiabilità dei solo, dei riff e delle trame dei pezzi, porta l’ascoltatore a seguire questo discorso in maniera interessata e partecipe. Pagliuso ha il suo bel da fare: voce, basso, tastiere e anche chitarre, mette un’impronta a “The Pattern”. Senza nulla togliere all’orchestrare chitarristico di Gianpaolo Caprino, perché il suo è un operare ampio come del resto può e deve accadere in un trio prog. Il supporto ritmico è preciso, puntuale, cuce le parti e gli sviluppi dei pezzi che, lo si ripete, sono ben delineati. Gli Oceana concedono anche una cover, quella di “The Unforgiven” dei Metallica.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10