(Nuclear Blast Records) Timo Rotten, voce e chitarra, con i suoi Oceans hanno pubblicato quest’anno due EP, “Hell Is Where The Heart Is Vol. I: Love” (QUI recensito) e “Hell Is Where The Heart Is Vol. II: Longing” (QUI recensito) e con questo terzo, ovvero “Part III: Clarity”, completano di fatto l’album che prende appunto il nome di “Hell Is Where The Heart Is”. Unificando tutti i tre EP la band offre l’aspetto definitivo della propria idea musicale. Quattro pezzi per EP che nel primo hanno mostrato un certo smalto, meno convincenti i quattro del secondo. Come per “Love” e “Longing” anche “Clarity” si apre con una introduzione, un parlato che funge da interludio e intitolato appunto “Clarity”. Segue “If There’s a God She Has Abandoned Us”, un pezzo tenero con il suo pianoforte e voce e poi la partenza di chitarre, basso e batteria che aprono a un’ossatura più pesante e un’atmosfera melodica che porta alla fine del pezzo in maniera prevedibile: di nuovo con voce e pianoforte, parte metal e poi pianoforte che chiude in dissolvenza. “I Sing Alone” è improntata su un basso marcato e sintetizzatori che tinteggiano l’atmosfera generale. Rotten gioca con la sua voce tra clean e un growl assatanato, mentre chitarre e basso fungono da sfondo e i sintetizzatori danno la sostanza melodica. Un brano interessante, evocativo, quanto un nu metal dalle fattezze moderne cioè alleggerito dalla possibile pesantezza del genere. La title track è puro nu metal, gli Oceans infatti si scatenano e ci danno dentro anche con qualche blast beat e il comparto vocale indemoniato. Gli Oceans usano atmosfere soffuse, come in “Skin” per esempio del primo segmento dei tre di questo album, c’è anche l’uso di pezzi duri ma plasmati da un metalcore essenziale, tipo “Living=Dying”, oppure estremizzano in certi casi, come “Sulfur” o la title track, dove intorbidiscono le acque fluenti e rendono il tutto pesante. Tre ripartizioni di songwriting in questo album che mette al centro il dolore, delle esperienze passate, di quanto ci lascino dentro e di come si è diventati per averle vissute. Gli Oceans sembrano essere emotivi nel loro suonare, aggiungendo molte cose ma in strutture che appaiono semplici e immediate.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10