(Nuclear Blast Records) Il primo volume di “Hell Is Where The Heart Is” è stato pubblicato in gennaio, QUI recensito, ed ha svelato una band a grandi linee nu metal con un suo mordente. Proprio il genere richiama, nel caso degli Oceans, alcuni suoi figli postumi come il metalcore, modern metal e cosette simili. Gli Oceans ripropongono nuovamente chitarre fragorose ma poco nette, ritmiche funamboliche e un tappeto di sintetizzatori che restituiscono al tutto un sound parzialmente futuristico. Il risultato generale però è qualcosa di indefinito. Per quanto i pezzi appaiono arrembanti, almeno due su quattro, ed energici, soffrono di una produzione che rende i suoni troppo compressi. Ne fanno le spese la batteria di J.F. Grill, lui che appare l’elemento più ardito del quartetto ma è per l’appunto soverchiato da una compressione eccessiva. I 13′ e oltre di “Hell Is Where The Heart Is Vol. II: Longing” passano in fretta e non lasciano il segno. “Longing” funge da introduzione e seguono poi tre pezzi, ovvero l’energica e tutto sommato graziosa “Home”, “I Want To Be Whole Again” che forse vorrebbe essere un brano d’atmosfera ma non decolla e infine “Living=Dying” che punta ad essere un brano estremo ma appare incasinato, quanto poi il suo lunatico finale. Ci sarà un ‘part III’? Bene, ma si riordino un po’ le idee.
(Alberto Vitale) Voto: 5,5/10