(darkTunes Music Group) Sono due le voci femminili che capitalizzano il cantato dei Octo Crura. Un particolare che rompe le abitudini in fatto di cantato nell’ambito del metal. La band italiana possiede un sound tellurico, imbastito con groove metal, l’ausilio di sintetizzatori ed elettronica varia che producono dunque risvolti più o meno industrial. Un sound potente, cattivo, totalizzante per un album che non arriva a trentadue minuti nei quali mette in scena una sua anima precisa, cioè uno stile ben delineato e soprattutto per otto canzoni dove hanno tutte un’identità propria. Invece di girare intorno alle stesse soluzioni, dall’inizio alla fine dell’album, Octo Crura sono stati abili a scrivere, arrangiare e incidere otto pezzi che avessero ognuno un suo clima, un tratto caratteriale proprio. “Domina Tenebris” è un salmodiare pericoloso, oscuro e si avvale di una forza strumentale imponente. “Sangre De Dios” è un djent metal manipolato da elettronica e melodia, mentre “Spirit Whole” è tra le cose più belle di “Tagmata” con il suo incipit psichedelico e un crescendo che va verso una tribalità del nuovo millennio. Roba forte. Segue “Crimea”, una canzone che mette in primo piano l’elettronica e il lavoro da consolle. L’opener “Exuvia” è industrial-groove metal con un ritornello ruffiano ma al punto giusto, senza strafare, non come in “I.C.B. Bad” con anche voce pulita. L’unica cosa nell’album che non convince in pieno, è il suono perché lo si avverte compresso e poco pieno. Però è stato ascoltato grazie a un promo digitale, chissà che il formato fisico offra una resa ben diversa. Le cantanti? Sono Kaitlin e Van e sono cattive. Molto.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10