(Amor Fati Productions) Band dal Belgio, band fiamminga, una one man band, un progetto black ricco di atmosfera destabilizzante, velenosa, tormentata. Antichi boschi, spiriti del passato, melodie spesse annegate in un turbinio sulfureo lacerante, mentre linee vocali devastate emergono dalla polvere, dagli anfratti, dalle tenebre. E tutto questo sopra mid tempo trionfali, marziali, i quali sostengono anche synth minacciosi che imperversano su quel rumore delle chitarre il quale sembra provenire da un’altra dimensione. Interessante il groove di basso nei momenti più introspettivi, come evidenzia la potente “De Oude Eik & Eindigende Lust”, il tutto in un ritmato cammino verso una nuova e pericolosa definizione di decadenza. In questo clima glaciale, tuttavia, emerge molta inaspettata melodia, come l’assolo dominante di “Doorheen de Demervallei“, un brano imprevedibile, teatrale, tanto estremo quanto deliziosamente curato, con quelle chitarre, quel basso suggestivo, quelle voci che spaziano dall’urlo disperato al mistero della narrazione. Non mancano brani che viaggiano sulla cresta di tremolo provocanti, sempre sopra del mid tempo lento, penetrante, come succede con la malinconica ed avvincente conclusiva “Stilte, deel één: Een Storm der Tijd”, pezzo che riesce anche a strizzare l’occhio a orizzonti dungeon synth. Con brani sempre di durata consistente (sempre attorno agli otto minuti), “Cagghenvinna” regala maturità compositiva ed esecutiva, riesce a coinvolgere, a catturare l’ascoltatore il quale non viene solo sferzato da turbinii di gelo mortale, ma anche sedotto da avvolgenti momenti musicali con una costruzione ritmica e melodica in grado di coprire un range di stili che va dal DSBM fino a teorie più viking e gloriose. Disco esaltante, in grado di imprigionare la mente per svariati ipnotici ascolti!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10