(Personal Records) Due album solamente in quasi vent’anni di carriera… immaginatevi che attesa deve crearsi attorno ad un gruppo che pubblica il primo stupendo disco nel 2015, con una copertina che fa genialmente il verso ad una nota etichetta discografica tedesca, per poi arrivare finalmente al secondo capitolo (copertina comunque davvero molo bella ed evocativa). Ecco sette tracce quindi. Un doom davvero oscuro e lento, virante molto verso il black metal per quanto concerne le atmosfere ed il cantato. Ma soprattutto, fa specie la sofferenza che trasuda da ogni singola traccia. Quasi che l’album fosse una colonna sonora dei gironi dell’inferno. Una musica monumentale, persino debolmente orchestrata, a tratti; con magnifici inserti atmosferici e una cura certosina per i particolari, anche il più insignificante. Non trovo davvero punti deboli per un album che si può anche accollare l’attributo ‘perfetto’…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 10/10