(Arising Empire) Tra le nuove leve della musica pesante si fanno notare gli americani Of Virtue i quali, come tutte le nuove realtà, conquistano il mondo a suon di milioni di stream e di seguaci social -ovvero i fans- sparsi in tutto il globo. Certo, i fedeli al metal tradizionale non potranno sopportare queste sonorità ricche di pop decadente e elettronica esplosiva, la ricetta che compone in modo esplicito la parte iniziale di brani quali “Holy”, ma non c’è dubbio che questi ragazzi ci sanno fare, che hanno fantasia, gusto melodico e la capacità innata di scolpire brani catchy, sicuramente il sound ideale per l’ecosistema dei coetanei, con quell’incedere che alterna dolcezza a rabbia, malinconia ad un senso di nostalgia generalizzata… quasi come se si sentisse la mancanza di un tempo mai vissuto ma in qualche modo presente e apparentemente migliore di un oggi sempre impegnato a creare ed amplificare infiniti problemi sociali di ogni tipo. Drammatica e oscura la title track posta in apertura, un brano con intrecci elettronici coinvolgenti. Isterismo con “Hypocrite”, mistero con “Cold Blooded”, granitica “A.N.X.I.E.T.Y.”. C’è tanto metallo in “True Colors”, si rivela massacrante e dannatamente magnetica “Cannibals”. Meritevole il lavoro di chitarre, intelligente il gioco dei due vocalist, graffiante e tuonante il lavoro del batterista. È il secondo album, solitamente la prova del nove dopo qualsivoglia buon debutto: e credo proprio che il pubblico degli Of Virtue sarà estremamente appagato da questo nuovo “Omen”, un album che agirà da magnete per attrarre un pubblico sempre più vasto!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10