(This Is Core Music) Oggigiorno il rock commerciale, quello pop, vive su due capisaldi, le influenze statunitensi e il rivangare del passato e mischiarlo di continuo da parte degli inglesi. Forse non è proprio così, ma permettetemi la presuntuosa e sbrigativa analisi per introdurre i trevigiani Off The Air, i quali fanno parte del primo filone, sono un totale ma anche onesto sguardo su di un rock a stelle e strisce, fatto di ritornelli sempre docili, ariosi, un pochino adolescenziali e del resto loro sono uno specchio della loro generazione alla quale parlano, anzi cantano e suonano. Questo EP scivola in qualche fase nel melodic punk/hardcore, ma in maniera molto pacata, pochi i riff di sostanza, molto amplificato l’aspetto fruibile, easy, delle loro sonorità: la festosa e accattivante “Fireburn” credo ne sia l’esempio migliore. Nessun momento memorabile e del resto cosa aspettarsi da una band nata in questo gennaio? La voglia di proporsi c’è, ma l’EP è riempito anche con qualcosa di scontato, vedi “Nocebo”, il ricorso ad un rock ‘n roll carino e anglosassone, tipo The Fratellis in “Unknown”, dunque di sicuro ruffiano ma scontato e in netto contrasto con la direzione americana di “Comfort Zone” e “Butterfly Effect”, due pezzi abbastanza gradevoli ma dal “già sentito” evidente. Sia chiaro però con non butto via niente. “Beyond the Butterfly Effect” è la prima pubblicazione degli Off the Air e si rivolge ad un determinato pubblico, il quale se è incline a certe sonorità alternative rock-pop troverà qualcosa con il quale staccare la spina e pensare alle melodie.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10