(Pelagic Records) Sublimi. Oltre ogni limite, lontani dalle definizioni, fuori da ogni confine. Il quinto disco degli post-prog (Oh? Una definizione!?) svedesi è pura poesia sonora, una decadenza malinconica che diventa una forma d’arte luminosa, stimolante, meravigliosamente suggestiva. Una band che dalla sua formazione per mano di Leif Eliasson, fino all’attuale affiatato duo, è sempre cresciuta, evolvendosi e seguendo un percorso assolutamente personale, fortunatamente impossibile da classificare dentro generi o stili precisi, tranne quella favolosa influenza post-rock capace di rendere questi suoni così diretti e carnali anche in qualche modo misteriosi ed impenetrabili. Epica, atmosferica ma pungente “Wild Iris”, ci si inoltra in sentieri progressivi con l’introspettiva “Holiness Movement”, cosa che si intensifica con la bellissima “Swans In A Field”. Pulsante e pungente “Secret Youth”; è sognante, è onirica “Rite of Passage”, emerge un drumming maestoso con il dark prog di “Deluge”, mentre è possente “Leave Us Behind”, prima della conclusiva e criptica “Memorabilia”. Una monumento musicale attorno le complessità del mondo, della vita, dell’esistenza nei nostri tempi: ma non solo un monumento, non solo un simbolo descrittivo dell’oggi… anche una forma di esorcismo, di contrasto, di ipnotica divagazione verso una dimensione parallela più intensa, più reale, più piacevole, più desiderabile… più umana.

(Luca Zakk) Voto: 9/10