(Naturmacht Productions) La scena black canadese ha sempre meritato rispetto. E anche nel caso di questa one man band questo trend è confermato. Un black crudele ma atmosferico, vagamente folk che trasuda negatività, eterna malinconia, depressione. Si tratta del secondo EP del progetto (hanno fatto anche uno split con i Paths) nato solo due anni fa, ma il livello qualitativo è molto alto tanto che queste tre tracce (più l’intro) sono coinvolgenti, ipnotiche, piene di oscura dolcezza in un contesto contaminato e brutale. Fantastica “Dawn Treader”, quasi sette minuti di purissimo black in un contesto a cavallo tra ambient e depressive: all’inizio lenta e ricca di sofferenza, si intensifica progressivamente introducendo un tremolo ossessivo, un drumming isterico, un singing soffocato, giungendo poi ad un nuovo rallentamento, un livello estatico, che sfocia nel fantastico finale acustico. Grandiosa anche la title track posta in chiusura: apre con il solo riff selvaggio, confuso, ansioso per poi farsi supportare da quel drumming privo di pietà che sostiene la violenza fino ad un rallentamento e conseguente svolta che integra ambient e decadente trionfo. Solo venticinque minuti, ma estremamente intensi. Un black superlativo, magico, incisivo. Le one man band a volte sanno essere micidiali: qui c’è un concentrato di atmosfera materializzata con il solo uso della musica, senza effetti, senza elettronica, senza sample. E questo con un risultato molto più magnetico ed efficace.
(Luca Zakk) Voto: 8/10