(Svart Records) Dalla cartella stampa emerge a caratteri cubitali un ‘NON è rock, NON è metal, è solo alternativo’. Ma anche questa è una descrizione forviante, una descrizione che non riesce minimamente a concepire un’idea di cosa si siano inventati questi due finlandesi, ovvero l’eclettico leggendario vocalist dei Reverend Bizarre, Sami “Albert Witchfinder” Hynninen, in compagnia di un certo Olli Hänninen, un rapper totalmente anticonformista che ovviamente rappa in lingua madre (cercatevi video di bands quali Hammaspeikko o Ronskibiitti –un esempio QUI– … con quest’ultimi che sembrano essere un incrocio tra una immagine death-thrash e rap allo stato puro). È palese che chi gironzoli tra queste pagine non abbia una minima idea di chi diavolo sia Olli, mentre Sami Hynninen fa suonare in testa capolavori dei sopra citati Reverend Bizarre, ma anche di Spiritus Mortis, Orne… con la conseguente aspettativa legata ad un metal di classe. Ma Sami ha anche altri progetti tutt’ora attivi, come l’electro rock dei Tähtiportti e quella maestosa deviazione stilistica chiamata Opium Warlords; ed è proprio da qui che si deve partire per provare (inutilmente?) a capire questo ennesimo libertinaggio artistico di Sami, questa opera che definirei tanto teatrale quanto inquietante, ovvero settanta minuti di effetti, di spoken vocals, di narrazioni apocalittiche, di beat dark wave, evoluzioni ritmiche ed elettroniche, una perversione sonora che loro definiscono ‘Buddhist synth pop hell’, tanto per aggiungere altra benzina ad un rogo emozionale e culturale già fuori controllo. Una esperienza di ambient decadente scandita dalla passeggiata dantesca dei due artisti attraverso diciotto (uno per brano) camere di questo ‘inferno buddista’, per rappresentare più o meno (principalmente meno) metaforicamente la violenza e gli orrori del mondo odierno. Da principi di rock con un chitarra massacrata al jazz devastato, dal synth al drone, dalla pura elettronica al dark beat fino al noise più impensabile e generato registrando rumori di qualsiasi tipo. Teatro, per l’appunto, piuttosto che musica in senso stretto. Un teatro malsano dove ogni forma di inibizione artistica viene soppressa con violenza inaudita, andando oltre le regole, oltre i canoni, oltre ogni consapevolezza, verso il prossimo livello di pensiero creativo.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10