(Myo) Avete presente quel modo di fare thrash o crossover che spesso veniva definito mosh o in seconda battuta moshcore? I veneziani Oltrezona rientrano in quel modo di suonare, con l’importazione di qualche cenno metalcore. Il metal degli Oltrezona è vivo e contiene anche una buona dose di strafottenza dei cliché, perché mosh è anche dimenarsi e mandare ogni cosa al diavolo, ma con un gran sorriso sulle labbra, tra ringhi e urla. Moshcore, atteggiamenti tipo breakdown, tempi folli, pestaggio di brutto… Un carnevale di cose che invita a saltellare, quasi come se al posto di una danza stramba si mirasse a scrollarsi di dosso qualcosa. I veneziani sono al terzo album e denotano una discreta padronanza e personalità. Il riffing si evidenzia per l’essere snello come una saetta, marcato da una batteria tonica, battente e che contribuisce a rendere più spesso e solido questo sound denso di adrenalina e carente in fatto di melodie. Mancano queste agli Oltrezona; non guasterebbe qualche buon pezzo, qualche canzone che sappia fare melodicamente centro nell’attenzione dell’ascoltatore, perché non ci si può dimenare solamente in un’alternanza di parti veloci con scatti hardcore e interruzioni con breakdown. Con il rischio di appiattire la proposta, attraverso canzoni simili tra loro. Ciò non toglie che la band dimostri una sua precisa personalità.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10