(Unique Leader) Mamma mia, che mazzata! Erano anni che non ascoltavo un album di puro brutal death metal di questo livello. Gli Statunitensi Omnihility assaltano i nostri padiglioni auricolari con un disco destinato a diventare un caposaldo del genere, come lo sono “Effigy Of The Forgotten” dei Suffocation o “The Bleeding” dei Cannibal Corpse. Questi ragazzi dall’Oregon offrono un ottimo esempio di come deve suonare un album brutal: riffs chirurgici, accelerazioni assassine intervallate da cambi di tempo repentini e una voce che sputa le budella. Il livello tecnico dei musicisti è molto elevato, il che consente di utilizzare partiture intricatissime senza perdere di vista il dinamismo dei brani. L’opener “Molecular Resurrection” è il brano più lungo dell’album, ben sette minuti che volano via in un batter d’occhio, vista l’estrema varietà che caratterizza il brano. I pezzi sono compatti, diretti nonostante la loro complessità, senza i lunghi assoli che a volte spezzano l’impatto, cosa che usano fare gli Hate Eternal. Tutto ciò avvantaggia la qualità delle canzoni, evitando il rischio di renderle dispersive, come su “Contemplating The Ineffablle”, devastante e monolitica, con parti soliste fulminee ma iper tecniche che poggiano su riffs accelerati contrapposti a rallentamenti vertiginosi. Pregevole l’intermezzo acustico “Ancient Ruins Forlorn Part I”, breve sprazzo melodico prima di rituffarsi nel massacro sonoro con la title track, dal riffing contorto che ricorda i citati Hate Eternal. “Disseminate” è improntata su velocità più alte, un susseguirsi di blast beats che ricordano i Morbid Angel di “Covenant”. Devastanti anche “The Unnamable” e “Divine Evisceration”, stemperate dall’outro acustico “Ancient Ruins Forlorn Part II” che chiude questo capolavoro di musica estrema, un album che farà impazzire coloro che amano il brutal death.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10