(Iron Bonehead/Altare) A sei anni dal bellissimo “After Centuries of Silence” tornano i lusitani, diventati ormai una realtà affermata e di culto non solo in patria. Il nuovo lavoro prende tuttavia una piega inaspettata. Non fosse per i testi, sempre molto ricercati, si potrebbe paventare una sterzata quasi commerciale. Le canzoni sono leggermente meno elaborate e dal suono decisamente più morbido. I ritmi sono più cadenzati e la struttura canzone mediamente più semplice. Tuttavia il risultato è comunque al di sopra di molte release odierne, soprattutto per i testi (in parte in portoghese) e per l’attitudine magniloquente ormai marchio di fabbrica degli Onirik. Non è il capolavoro che ci si sarebbe aspettati, ma la sostanza c’è, assieme alla voglia di mostrare un lato inedito del combo. Rischiosi.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10