(AFM Records) La storia degli Onslaught inizia e essere scritta ‘soltanto’ nel 1982. Quante decadi sono? Quasi quattro. Nascono come hardcore punk band, ma in gioventù ci si fa facilmente prendere la mano e le cose cambiano repentinamente. Gli Onslaught diventano un onorevole pilastro del thrash europeo. Tolti gli Xentrix e i proverbiali Sabbat, pochi in Gran Bretagna hanno portato avanti questa branca del metal. Gli Onslaught, lo hanno fatto, suonando il thrash metal in maniera personale e non. La band ha prodotto buoni lavori e neppure tanti se si pensa che “Genaration Antichrist” è ‘soltanto’ il settimo! Formazione canonica, voce, basso, due chitarre e batteria, con il solo Nige Rockett a testimoniare le origini, visto che proprio il chitarrista ha voluto rimettere in sesto nel 2004 riformando la band che si era dissolta agli inizi degli anni ‘90. Thrash rabbioso, veloce, questa volta con riff esasperati, tignosi e violenti. L’opener “Rise to Power” è proverbiale nel racchiudere tutte queste caratteristiche e quando “Strike Fast Strike Hard” la segue, il tutto diventa ancora più frenetico. Il thrash degli inglesi ha reminiscenze teutoniche, qualcosa dei Testament. Europa e Stati Uniti sono due scuole che albergano in questo nuovo album degli Onslaught. Al microfono il nuovo elemento DaveGarnett che mette a segno il timbro perfetto per questa selva di riff e ritmi. Tutti ordinati, cadenzati, per un impianto globale che non molla una nota che non sia quella giusta. La title track, la già citata coppia iniziale dell’album, “All Seeing Eye” oppure “Empires Fall” e “A Perfect Day to Die” sono alcuni dei momenti più intensi e riusciti. Resta ascrivibile ai britannici un album affatto banale, pur riscontrando una lieve somiglianza tra il grosso delle canzoni probabilmente solo a causa di quella quinta marcia che in studio di registrazione la band ha ingranato e le è poi rimasta incastrata!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10