(Andromeda Relix) Davvero affascinante questo “Disincanto”, album d’esordio degli Opera Oscura. Il progetto nasce nel 2017 da un’idea di Alessandro Evangelisti, tastierista di estrazione jazz/prog ed Alfredo Gargaro, chitarrista di estrazione metal, conosciuto per militare nella thrash band Exiled On Earth e come session man con i Rosae Crucis. L’idea era quella di riunire la tecnica del rock progressivo e la potenza del metal con le atmosfere decadenti e poetiche del dark. Devo dire che ci sono riusciti alla perfezione, riuscendo a sfornare uno dei dischi più belli in ambito prog degli ultimi anni. L’opener “A Picco Sul Mare” unisce tutte queste caratteristiche in maniera esemplare: un’oscura e suggestiva melodia pianistica lascia presto spazio ad intrecci tra chitarra e sezione ritmica (Leonardo Giuntini al basso e Umberto Maria Lupo alla batteria) degni dei migliori Dream Theater, in un continuo alternarsi tra robuste schitarrate e tastiere. Il testo è fiabesco e malinconico, quasi una versione dark di certe cose di Branduardi. Grandissima la prova vocale di Francesca Palamidessi, che alterna vocalizzi eterei nella citata “A Picco Sul Mare” a parti più grintose e con la voce filtrata nel brano “Gaza”. Maiuscola anche la prova di Serena Stanzani, che troviamo ne “Il Canto Di Sirin”, struggente pezzo per voce e pianoforte. Grande spazio viene dato alle sezioni strumentali, sia nei pezzi cantati che in altri dove i musicisti sono liberi di dimostrare la loro classe innata, tra momenti di pura energia ed altri riflessivi e sognanti. Un album senza punti deboli, dove si mescolano senza soluzione di continuità, aggressività, melodia e poesia.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10