(Pride & Joy Music) Il Canada continua a offrire formazioni dedicate a una sorta di ‘extreme symphonic metal’: accanto ai Borealis, ai Mongol e ai Blackguard possiamo oggi annoverare gli Operus, che con “Score of Nightmares” ci offrono il loro secondo album. Dopo la “Overture of Madness”, “Phantasia” disvela un power symphonic opulento, che ricorda in egual misura i Fairyland (anche se forse la matrice è leggermente meno pomposa), gli ultimi Stratovarius (per le trame sonore, soprattutto ritmiche), e un tocco teatrale che fa pensare invece ai Kamelot. La veloce “Lost” vede una ottima e sorniona interpretazione vocale di David Michael Moote, a suo agio nelle stratificate linee canore; carica e intensa “Where Falcons fly”, che si apre alle complessità dei Rhapsody of Fire più orientati verso il prog. Cangiante “Nightmares”, che si serve anche del violino; l’impianto sonoro si fa frenetico in “Book of Shadows”, che si muove con stile fra gothic, symphonic, power e qualche punta di extreme metal. “Ruin” ha qualcosa addirittura dei Primal Fear nella sua aggressività; nella conclusiva “La Llorona”, il brano più lungo del platter, entrano infine suggestioni classiche, e il cantato di David si fa lirico. L’insieme è complesso, talora sovraccarico, ma sicuramente interessante per chi al power chiede contaminazioni e un effetto roboante.
(René Urkus) Voto: 7,5/10