(Hammerheart Records) Formatisi solo un paio di anni fa, gli Opia sono una band internazionale (Spagna e Regno Unito) che debutta con un disco profondo, oscuro, lacerante… ma anche immensamente melodico. Siamo nei territori del doom gotico, di bands quali Swallow the Sun e My Dying Bride, ma con una line up che vede una front woman -Tereza Rohelova ex Agrona, ex Wolvencrown- capace di un range vocale molto corposo, dalla delicatezza malinconica tipica di una voce femminile in questo genere, fino ad un growl possente, graffiante, capace di trasmettere un livello di sofferenza straziante. Una bellezza atmosferica sublime contrastata da una pesantezza massacrante, cosa che brani quali la conclusiva “On Death’s Door Part II” riescono ad evidenziare con chiarezza. La prima parte, “On Death’s Door Part I” è altrettanto celestiale a-là Theatre of Tragedy… ma contemporaneamente aggressiva in stile vecchi Paradise Lost, con marcati cenni di death metal melodico svedese. Ma non è tutto melodia sognante o growl micidiale: un brano come “The Fade” accarezza il doom, è cadenzato, è in un certo senso semplice ma dannatamente efficace in tutti gli aspetti, sfruttando a pieno la voce clean di Tereza. Freschi, capaci di abbracciare diversi stile facendoli convergere in qualcosa di non nuovo ma comunque identificativo e originale: tanta sofferenza ma con tantissima atmosfera, ritmi pesanti, ambiti eterei, arrangiamenti intricati e una impostazione evocativa. Un ottimo mix di goth e doom, di dolcezza e pesantezza, un disco ricco di emozioni, un disco emozionante, un disco che trasuda sentimenti deliziosamente oscuri.
(Luca Zakk) Voto: 8/10