(Svart Records) I lisergici demoni della Finlandia Oranssi Pazuzu presentano un nuovo album, il quarto in sette anni, a dimostrazione di un percorso compositivo che se da una parte si accosta al concetto di jam session, dall’altra è comunque il frutto di un evoluzione, di uno spingersi comunque sempre più in là. Gli Oranssi si espongono un sound furiosamente lisergico e settantiano. Questi elementi erano presenti anche nei precedenti lavori, eppure la fisionomia di “Värähtelijä” sembra mostruosamente più nitida questa volta per la vena spaziale, quella psichedelica e l’intero insieme, il tutto che assembla un sound tra allucinazioni e divagazioni. “Saturaatio” apre con un grido cosmico, con una dimensione lacerata e si chiude dopo quasi tredici minuti con una marziale e oscura andatura. Le porte dell’abisso sono ora spalancate e “Lahja” con il suo ritmo tribale, invoca la venuta di una nuova galassia. “Lahja” è l’oscurità perenne, “Värähtelijä, la title track, “ è il crepuscolo che incombe e i sussurri delle creature in esso nascoste. L’attitudine metal è data da “Hypnotisoitu Viharukous”, il sogno dell’altrove, dell’essere in un altro angolo dell’universo è presentato dagli oltre diciassette minuti di “Vasemman Käden Hierarkia”, mosaico rotolante di tutte le anime e identità di questa band. Un mantra con rumorismi e fantasmi eterei alla Pink Floyd di “Ummagumma” e “Atom Earth Mother” nel centro e con l’aggiunta di un lisergico sludge finale. Apoteosi.”Havuluu” è im nuovo math-noise-black, o forse la condensazione di tutti i fantasmi e gli incubi che popolano questo sound, in marcia con una cadenza nervosa che si satura in un black metal furioso e sinistro, per quasi dieci minuti che portano poi alla conclusiva “Valveavaruus”, altra suite degna di nota. Celestiale, elegante, ferale e spietata: ogni aggettivo ne descrive solo una parte. Ogni descrizione è comunque superflua.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10