(AFM Records) Sono passati quasi quattro anni da “Gunmen”, ma gli Orden Ogan sono stati presenti sul ‘mercato’ durante la pandemia con diversi singoli (e del resto l’uscita del full-length è stata a lungo posticipata): i brani li ritroviamo tutti ora in questo nuovo disco, che sposa tematiche fantascientifiche e cambia decisamente qualcosa nella miscela sonora dei tedeschi. Rispetto al passato, ls opener “Heart of the Android” ha infatti un sound vagamente più moderno, con quei piccoli tocchi elettronici alla Turilli solista; ma la capacità di creare buone melodie resta immutata. Apprezziamo la stessa cosa in “Inferno”: ancora un ritornello vincente, ma anche un break con basso iperdistorto e sonorità da gothic rock di cassetta… è poi il momento delle collaborazioni: “Interstellar” vede la partecipazione di Gus G (il quale, a dire la verità, non mi sembra impegnarsi in modo particolare…), mentre la cinematografica “Alone in the Dark”, che di nuovo indulge a quello che un tempo si chiamava power/gothic, ci fa godere il duetto fra il sempreverde Seeb Leverman (da qualche tempo non più chitarrista, dopo un infortunio) e Ylva Eriksson dei Brothers of Metal. Cadenzata e potente, come nella ‘vecchia’ tradizione della band, “Absolution for Our Final Days”, mentre la conclusiva “It’s Over” si vota a tempi più lenti e solenni. Con mestiere e furbizia, ma senza svendersi, Seeb e compagni hanno reso più commerciale il proprio sound, sperando in un ulteriore salto di popolarità: vediamo se il popolo dei metallari, stremato dall’assenza di concerti, premierà questa virata.
(René Urkus) Voto: 7,5/10