(AFM Records) Gli Orden Ogan sono la nuova macchina da guerra del power metal, difficile ormai dubitare di questo: il loro sesto album (qui la recensione del quinto, “Ravenhead”) li conferma in tutte le peculiarità della loro potente e caratteristica proposta sonora. E se non ci sono novità rispetto al passato (e neanche ballad in scaletta, come la nota stampa sottolinea orgogliosamente), non è certo una sorpresa… Intensa la quasi titletrack “Gunman”, con i suoi cori potenti, la sua sezione ritmica incessante e il suo refrain vincente; stavolta i nostri hanno scelto una atmosfera (horror) western. “Fields of Sorrow” sperimenta belle cose con le chitarre, e io per brani come questi penso sempre ai Persuader; sprazzi di NWOBHM nei giri di “Vampire in Ghost Town”, mentre “Come With Me to the Other Side”, con il suo chilometrico e imprescindibile ritornello, vede la partecipazione (abbastanza di maniera in fin dei conti) di Liv Kristine. Ancora ottimo power con “The Face of Silence”, che indovina atmosfere e quadratissimi riff; inevitabilmente le atmosfere si ripetono un po’ verso la fine della scaletta, ma i nostri piazzano un altro ottimo colpo con i nove minuti conclusivi di “Finis Coronat Opus”, suite epica con sezioni strumentali di grande impatto. Se volevate conferme delle capacità dei tedeschi, “Gunmen” ve ne offrirà a piene mani.
(René Urkus) Voto: 7,5/10