(Reigning Phoenix Music) Gli Orden Ogan all’inizio degli anni 2000 hanno rappresentato una seria controproposta al canonico power metal, tuttavia l’abilità della band tedesca col passare del tempo, album dopo album, ha svelato una cedevolezza alla semplicità. Forte è stata l’impressione che gli Orden Ogan fossero destinati a essere sempre più catchy, insomma, con tutta franchezza, una band più o meno commerciale. Il songwriting è stato inesorabilmente normalizzato negli ultimi anni. Da un sound possente e malinconico quanto gotico, gli Orden Ogan lo hanno poi traslato tutto verso principi power metal dove cori e melodie sono diventate preponderanti. E trionfanti Una scelta affatto discutibile, scrivere canzoni che siano dirette a prescindere dalla loro struttura è sempre un vantaggio, anzi un merito. Il problema resta quel suddetto normalizzare, come se i tedeschi avessero perso certe peculiarità a favore di una fruibilità certamente invitante, catchy per l’appunto, dunque semplice e in modo tale da riempire le orecchie, fino a bypassare la memoria ed essere dimenticata. “The Order of Fear” è un album glorioso, offre ritornelli pomposi, ritmi il più delle volte rapidi, chitarre che sferragliano con quelle distorsioni lavorate, però l’insieme non raggiunge qualità compositive di un “Ravenhead”, “Vale” o “Gunmen”. Solo “Anthem To The Darkside” tocca le vette del passato. Molte canzoni hanno lo stesso tipo di arrangiamento, si ascolti cosa accade in pezzi come “Moon Fire” tra il suo incipit e il primo ritornello: le variazioni musicali sono identiche a quelle di una “Prince of Sorrow” e altre. Paradossalmente la ballad “My Worst Enemy” dai crismi ottantiani, sembra la canzone più distintiva. Un album che si lascia ascoltare e con quel suo lato vagamente ‘nordico’ nei cori e nelle melodie principali. Gli assoli di chitarra sono scintillanti e meno male che ve ne sono. In questo momento “The Order Of Fear” è lo specchio di una band che sa quello che vuole, cioè piacere al pubblico. Giustamente! Ci sono loro, gli Orden Ogan, poi ci sono i Powerwolf: due modi diversi per arrivare allo stesso fine.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10