(Iron Bonehead Productions) «black metal doesn’t need to “become” anything when it already IS». Frase perfetta, che ho estrapolato dal file info del gruppo, per riassumere chi sono gli Orgrel e da che intenti sono mossi. Per loro, lo si evince sin dalla prima traccia e per tutta la durata del disco, il black è un genere a sé stante, che non necessita di altri orpelli linguistici per essere definito, ergo: nessuna aggiunta di parti atmosferiche, niente tastiere, solo batteria, basso, chitarra e voce. Ecco che, con tali intenti, il riferimento sonoro per questo trio italiano non può che essere il black metal a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quello seminale e ferale, senza aggiunte in pompa magna in sala di postproduzione. Solo ciò che si è suonato… Ecco allora che le uniche ‘melodie’ che sentirete qui saranno quelle dei veloci riff di chitarra, ma nulla più. Il cantato, maligno quanto basta, amalgama sei tracce piuttosto brevi ma decisamente incisive (l’ultima è un’outro), in cui si respira aria di black vero e sentito, una sorta di tributo e insieme passaggio di testimone per gli inguaribili nostalgici del genere.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10