(Autoproduzione) Semplicemente tre, soltanto in tre eppure capaci di fare tanto; forse più di quanto una formazione con cinque o sei elementi riuscirebbe a produrre. ORigami geijutsU sono tre francesi del dipartimento Nord, si sono dati un nome giapponese e proprio come gli origami, dai quali si parte con un semplice foglio di carta fino a raggiungere forme complesse, Fab Marteaux (chitarra), Flo Gerbault (basso) e Franck Ricq (batteria) prendono i propri strumenti e maneggiandoli come quel foglio di carta creano della musica. Il prodotto finale, musica che si ripiega su se stessa raggiungendo forme continue. In “The Hibakusha Haikus”, si ascolta della musica che si costruisce e decostruisce senza regole apparenti, ma attraverso una velocità e una tecnica fuori norma. Mathcore progressivo, fatto con la sola forma strumentale. Tuttavia nei trentatré minuti totali i musicisti di Lille per quanto appaiono frenetici e schizzati, riescono francamente a tenere viva l’attenzione sui loro percorsi e a essere abbastanza fluidi, come testimoniano alcuni momenti jazzati, dunque già meno metal del normale. L’album si chiude con “Paranoid”, una bonus song che vede il cantato di Olivier Haese: la canzone offre dunque uno scorcio un tantino diverso per queste architetture estrose. Una musica volubile e complessa, nervosa e audace, forse non per tutti, ma non per questo impossibile da comprendere. Diciamo pure che il mathcore progressivo di ORigami geijutsU è creativo.
“The Hibakusha Haikus” potete ascoltarlo QUI e sappiate che c’è anche una graziosa e originale versione digipack
(Alberto Vitale) Voto: 8/10