(Dark Essence Records) Adoro questa promiscuità artistica. Questo atteggiamento incestuoso che da quel manipolo di artisti di Bergen, in Norvegia, scaturisce una intensa vitalità per molte bands, le quali sono tutte molto attive ed infernalmente produttive. Gli Orkan sono capitanati da Gjermund Fredheim, il quale è anche il chitarrista dei Taake, proprio quello che suona l’assolo di banjo sul brano “Myr”. Poi c’è Rune Nesse che è il nuovo batterista dei Krakow. Tra l’altro Orkan e Taake sono pure tour assieme in corrispondenza dell’uscita di questo disco. E c’è pure Sindre, già bassista… guarda caso dei Taake. Questa mescola, questo continuo stimolarsi artisticamente e reciprocamente porta sempre a qualcosa di grandioso, tanto che non a caso è dal quel paese -e spesso da quella città- che proviene la musica più particolare, strana, estrema, personale ed originale. Gli Orkan tornano dopo un po’ di tempo e danno un seguito all’ottimo “Livlaus” (recensione qui https://www.metalhead.it/?p=52016), alzando il tiro, diventando più micidiali e diretti, ma anche evocativi ed atmosferici, senza comunque mai rinunciare ad un assalto sonoro decisamente spietato. “Lenker” è furiosa, violenta, ma anche catchy nei suoi mid tempo ricchi di potenza: un brano efficace, diretto, massacrante e suonato in modo semplicemente magistrale! La seguente “I Flammar Skal Du Eldast” segue lo stesso percorso, ma riesce ad essere ancor più coinvolgente ed esaltante. Più violenza e cattiveria con “Iskald”, un brano marcatamente black metal il quale sembra contraddire quelle deviazioni thrash presenti nell’album precedente. Immenso il mid tempo arpeggiato -di scuola Immortal- che trasporta e ipnotizza con “Motstraums”, prima della triade conclusiva dell’album, ovvero tre imponenti brani (dai sei agli oltre nove minuti di durata) che aprono senza ritegno alla componente atmosferica della band, pur rimanendo su ritmi tirati, mid tempo gloriosi, atmosfere oscure e gloriosamente trionfali! Immensa, assolutamente immensa “Avmakt”, un brano irresistibile, pulsante, ricco di varianti perfettamente coniugate ed una diffusa aura di oscurità decadente, provocantemente, eccitante e musicalmente sublime. Tanta tecnica nascosta nel dettaglio dei suoni della poderosa “Den Våte Grav”, prima della conclusiva “Heim”, un capolavoro di brano strumentale, melodico, introspettivo, atmosferico, lento ed infinitamente incisivo. Gli Orkan creano un album di BLACK METAL, un BLACK METAL che spazia ovunque, dai blast beats furiosi, ai mid tempo esaltanti, fino all’espressività tetra di un sound atmosferico d’impatto.. Un vero album di BLACK METAL. Riff BLACK METAL. Arpeggi BLACK METAL. Mid tempo BLACK METAL. Puro BLACK METAL: una definizione da scrivere sempre ed assolutamente in maiuscolo!
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10