(Signal Rex) Non capita tutti i giorni di ascoltare un gruppo islandese. Di sicuro non esiste un genere preciso che identifichi l’Islanda, ma pare che il qui presente gruppo se la cavi più che bene con il black vecchio stampo. Però qui si parla di un black leggermente atipico, è come se del doom e del black ‘n’ roll a tinte stoner si fossero insinuati nella mente dei compositori, creando una ingegnosa metamorfosi musicale che trasforma in contemporaneo ed interessante un album black altrimenti scialbo e banalmente semplice. La voce soprattutto, risulta la componente più atipica per questo gruppo, ma un po’ tutto il disco è contornato da un’aura straniante dove tutto sembra coincidere con un album di musica estrema tutt’altro che complesso eppure allo stesso tempo non banale, portatore della malsana idea che tutto non è ciò che sembra. La incerta immagine in copertina, tra l’insolito e il bizzarro, forse è la metafora di un disco che nasconde soddisfazioni per l’ascoltatore. Semplice album black o azzeccata quanto mirata trovata musicale, fatto è che il cd funziona, dalla prima all’ultima canzone.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10