(Iron Bonehead Productions) Infestano il pianeta dal 2014, con i colleghi Tomb Portal formano l’Inner Circle ungherese e di loro non si sa un accidente. Sembra siano un quartetto, visto che qualcuno è riuscito a scattare una scadente foto di una loro ‘esibizione’ dal vivo. Ma chi diavolo sono? Sono ancora annoverabili tra gli esseri umani, o appartengono agli inferi? L’unica cosa chiara e palese è quel sound che trasuda odio totale per il monto intero. Linee vocali che putrefatte, un aggettivo fin troppo delicato se comparato a quello che esce da queste sei eresie sonore, sovrastano degli strumenti a corde e delle percussioni… il tutto dentro una soffocante nebulosa sonora, nel caos più assurdo, nel nucleo di un favoloso senso di disgusto radicato nel metal estremo più bestiale e primitivo. Ma in questo uragano di morte e banchetti maleodoranti si intravede la genialità, quel cinismo crudele, quella forza tellurica che scatena headbanging, che coinvolge, che ipnotizza e attira magneticamente dentro i vortici di questi riff inquietati, occasionalmente sferzati da teorie melodiche brillanti, come succede con l’irresistibile e lunghissima “Submerge”. “Gaze” stimola e travolge, “Inhale” richiama a teorie death e grind molto antiche, garantendo nel mezzo del baccano un groove micidiale ed una apertura verso un epilogo satanicamente marziale. “Dissolve” lascia emergere una intelligenza compositiva non facilmente celata dall’ignoranza dell’apparenza sonora… mentre “Opening”, l’intro dell’album, e “Abyss”, ovvero l’outro, trovano una perfetta collocazione agli antipodi della release, in quanto questo loro essere diametralmente opposti quasi crea una non-comfort zone, una prigione psicologica, un cerchio rituale… dentro i cui confini la vita semplicemente non può esistere.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10