(Eisenwald) Il singolo “Grå Hest” aveva certamente acceso il mio interesse: “Nordlige Rúnaskog”, il terzo full-length, conferma che questi vichinghi dell’Ohio ci sanno decisamente fare… anche se talora sono comunque un po’ troppo dipendenti dai loro modelli. “Fjörgyn” tesse melodie sonore avvolgenti e dal corposo taglio mediorientale, mentre “Læradr” è una ripresa, come si accennava, delle sonorità rese immortali dai Wardruna. Tale richiamo si ritrova anche in altri brani, come “Det Hører Til Skogen”, a testimoniare la propria aderenza a un archetipo che è già irrinunciabile (anche se “GaldrFöder” è veramente molto simile ad “Helvegen”, peraltro resa anche famosa dalla sua inclusione della colonna sonora di ‘Vikings’). Archi struggenti in “Nordlige Eik Tre”, mentre merita una menzione speciale la lunga “The white Elk”, cantata in inglese, più vicina a un ‘normale’ folk/ambient, ma molto evocativa nel suo sviluppo avvolgente, nel suo refrain essenziale ma indovinato, nei suoi intensi passaggi strumentali. Onestamente, credo che sia questa la strada che la band deve percorrere, se vuole davvero dire la propria. Tristi tonalità in “Fylgja I (Blood of Yew)”, suoni rarefatti in “Ymir”, prima che i synth dominino la conclusiva “Fylgja II (To Tread the Path of Fire)”. Una band che può fare ancora di meglio se si rende più indipendente dal punto di vista musicale.
(René Urkus) Voto: 7,5/10