(Human Cyborg Productions) Per poter recensire questo lavoro degli Otoño bisogna farne un’analisi dei due aspetti principali: quello della produzione e quello compositivo, cominciamo dal peggiore dei due, ovvero il lavoro in studio; purtroppo non si può certo dire che questo album goda di una produzione eccelsa, troppo infatti il divario tra gli strumenti e la voce, che prevale su tutto e sembra quasi che non abbia subito il mastering generale. Anche gli strumenti hanno una produzione superficiale, il basso è troppo scarno ed approssimativo, mentre le chitarre in sé sono troppo zanzarose e ciò rende difficile apprezzare il loro costrutto compositivo e per finire la batteria sembra troppo finta. Poco il lavoro di editing e ciò danneggia notevolmente il lavoro ritmico, solo le tastiere, per rare che siano, godono di suoni ben fatti. Peccato davvero poiché sul piano compositivo e stilistico gli Otoño hanno un ottimo potenziale: un death metal melodico infarcito di spunti gothic che si rifanno ai Paradise Lost, ai Katatonia e Draconian. I pezzi sono un’ottima alchimia di parti speed e parti melodiche, sempre contornate da quel tocco malinconico che rende gli sviluppi lirici molto suggestivi. I solos di chitarra sono davvero ben eseguiti, fluidi e dinamici, ma come accennato sopra peccato che non godano della giusta produzione, unica cosa che rivedrei in questo campo è il growl della voce, troppo molle e privo di pathos, per il resto dal canto loro gli Otoño restano comunque un gruppo interessante. Consiglio vivamente di migliorare il lavoro in studio affinché nelle prossime uscite la loro bravura abbia la giusta resa. La sufficienza ora c’è, ma c è molto da fare.
( Michele Alluigi ) voto : 6/10