(Aural Music) Tromba, trombone e batteria. Ormai gli Ottone Pesante non sono più una sorpresa, il loro stile è sdoganato, noto… probabilmente è difficile proporre delle consistenti novità con questi tre strumenti. O forse no? Infatti! Ecco quindi che “Scrolls of War” va ben oltre l’heavy metal suonato con in fiati, in quanto la dimensione astratta ed il dinamismo superano ogni prevedibile immaginazione… confondendo l’ascoltatore, ingannando, provocando e coinvolgendo generando una costante sorpresa. I brani trascinano, provocano, cercando di seguire un percorso narrativo relativo al coinvolgimento dei fiati nella storia e nella mitologia, ispirandosi ad un documento risalente al I secolo d.C. rinvenuto a Qumran, in Palestina, alla fine degli anni ’40. Pulsazioni, ritmi travolgenti, un incedere sempre drammatico e spesso apocalittico, una generale oscurità ed un totale libertinaggio sonoro tanto che a tratti sembra impossibile che questo assalto provenga da fiati e tamburi. Atmosfere suggestive, progressioni tribali: brani come “Sons Of Darkness Against Sons Of Shit” che sanno essere quasi teatrali, oppure una “Teruwah” che che assalta i sensi con ricercatezza e stile. Dal ‘metal’, quasi un djent per fiati, di “Late Bronze Age Collapse” al post-jazz di “Seven”: se poi aggiungiamo qualche linea vocale sample o magari della formidabile Lili Refrain, oppure ai tre strumenti ci affianchiamo un synth, però suonato da Shane Embury dei Napalm Death, allora iniziamo a renderci conto che gli Ottone Pesante non sono solo una cosa diversa, non sono solo originali, unici o alternativi… sono una maledetta espressione di incredibile genialità!

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10