(Autoproduzione) Sarà la sfrontatezza dei debuttanti o l’idea di qualche agente caparbio nel promuovere i suoi protetti, ma i tedeschi Out of Decay si presentano con un frase del tipo “mostrano che il Metalcore può essere differente”. E’ così? L’impressione immediata è che i giovanissimi teutonici non si limitino a farsi ingabbiare dei dettami del genere proposto e tentino qualche soluzione diversa. Innanzitutto gli OOD sono in sei, due chitarristi, un bassista, un batterista e ben due cantanti, cioè Nils e Buddy, i quali si fronteggiano con clean e melodic vocals (Buddy) e growling aspro (Nils). Le voci clean subentrano sistematicamente per rafforzare i ritornelli. Il riffing è duro, potente e in alcune occasioni sembra ricavare un sound dalla melodic death metal svedese, come per canzoni tipo “Awekening of a New Era”, “War” e in altri casi ancora. Gli Out of Decay imbastiscono alcuni pezzi che esaltano aspetti appunto più death, siano essi melodici o prettamente core, oppure di carattere modern thrash. Un dualismo che ospita comunque i tipici ritornelli con clean vocal e alcune puntate nei brakdown più ovvi possibili. L’aspetto assolutamente positivo che si evince dall’ascolto è il fatto che in più occasioni le chitarre si producano in melodie polifoniche o assoli che elevano la capacità di presa dei brani. Un esempio è la già citata “War”, dove si armonizza il solo della chitarra con la voce di Buddy, oppure l’attacco sommesso di “Builder of Destruction” dove il riffing dinamico confluisce in un assolo thrash gradevole. Nell’insieme le melodie sono presenti ovunque e si controbilanciano con gli aspetti più rocciosi dei OOD. Uno dei momenti migliori di queste armonizzazioni è in “Society of Death”. In effetti gli attacchi melodici non mancano in questo lavoro, ma non sono di tipo zuccheroso e adolescenziale, come troppo spesso accade nel genere. Non convince totalmente il lavoro vocale pulito, il quale a volte nei ritornelli appare monotematico nel tipo di impostazione usata. La struttura dinamica e l’idea di proporre un riffing che crei dei tessuti melodici porta i pezzi ad avvicinarsi in gran parte ai 5′, ma si va anche oltre. La possibilità di limare o sottrarre alcuni momenti potrebbe portare i pezzi ad un livello di presa anche superiore. Al momento hanno la capacità di rivelare un proprio melodic metal, ma è ancora manchevole di quella suprema padronanza dell’espressione melodica.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10