(Nuclear Blast) Sento martellare Lipnicki. Introduce. Lui introduce. Si fa aiutare daalcuni accordi dei chitarristi. Pick-slides. Emozione. Tremo. Arriva. Quasi. Vicino. Crescendo. D.D. Verni parte. Segue gli altri. Timbro metallico. “Come and Get It”. Basso unico in mezzo a milioni di bassi. Blitz. Morto che cammina. 32 anni che canta in questa band. 53 anni che calpesta il pianeta in lungo en in largo. Ancora in forma, ancora invidiabile. Ancora a cavallo della sua motocicletta. Voce unica. Inconfondibile. Assurda. Il Bon Scott del Thrash. Timbro osceno, unico. Sono loro. Sono gli Overkill. Qualsiasi recensione potrebbe terminare qui. Cosa diavolo si può dire? Chi può giudicare gli dei dell’olimpo? Siamo solo infami anime dannate in un inferno, quello creato dal duo Verni-Ellsworth, e dalla loro band. Si, perché questi due signori ci massacrano senza pietà e senza esitazione dagli anni ottanta. Molti di voi non erano ancora nati, molti di voi erano ancora in fasce quando questi del New Jersey infliggevano severe torture con album come “Feel the Fire”… e l’epico, insuperato, maestoso, indimenticabile “The Years of Decay”. Mode che nascono, divagano, muoiono come fiamme di candele consumate. Suoni che spaccano, che vendono, che spariscono dietro il sipario dell’oblio. Eroi che toccano il cielo, e poi cadono, e che ora bruciano all’inferno. Ma gli Overkill soprassiedono. Vanno oltre. Arrivano qui. Oggi. Adesso. “Electric Rattlesnake”. Lezione di vita per coloro che non c’erano. Che non hanno mai visto una copertina con il solo dito medio. Dichiarazione di indipendenza offerta a chi invece c’era, ed oggi c’è ancora. “Wish You Were Dead”. Semplice ideologia thrash. Chiara, non serve il manuale. “Black Daze”. Inno. Roba da cantare con Blitz al prossimo concerto. Meglio impararla. Questo tizio è vivo dopo un Ictus. Voi potreste non uscire vivi dalla manifestazione della sua furia. “Save Yourself”. Sound antico. Potenza antica. Violenza moderna. Il thrash vive, continua. Le tracce si susseguono. “21st Century man”, con assololi entusiasmanti. “Old Wounds New Scars”. Canzone estremamente Overkill, esperienza del passato, skill di oggi. “Good Night”. Lo show finisce ironicamente. Canzone maestosa che offre intro Overkilliani, intermezzi Overkilliani. Hanno creato uno stile. Un genere. Sono il monumento a loro stessi, sono il tempio del thrash. Sono vivi, sono potenti, sono tornati. Siamo tutti sotto la loro influenza. Ed il loro fuoco brucia fiero, lo sentite?
(Luca Zakk) Voto: 8/10