(Indie Recordings) Ascolto questo disco, e non mi dice nulla. Zero assoluto. Però ho una strana sensazione. Io sono uno che va a fondo con le cose. Non lascio nulla al caso. E quando descrivo un album, cerco di metterci almeno una frazione dell’impegno che i musicisti ci hanno riversato dentro. Che il risultato faccia schifo oppure no. Riascolto il disco. Sento una specie di tentacolo di ghiaccio che esce dal pavimento, e mi si attorciglia su per le gambe. I miei sensi si attivano. Riascolto. Il tentacolo raggiunge il torace ed inizia a stringere, distruggere, far male. Mi concentro su alcuni pezzi, ascolto nel dettaglio, il tentacolo arriva al collo e mi strappa via la testa, violentemente. Altrettanto violentemente rotolano via le note della title track ed di “Come Thunder”. Inizio a capire. Entro nella dimensione della band. E ci vedo la linea di demarcazione tra l’ovvio e lo speciale. Cosa fanno gli Overthrow, al debutto con questo full “length”? Non lo so. O meglio, fatico a capirlo. Dall’alto della mia ignoranza, provo a spiegarvelo: sono norvegesi, condividono la label con gente come i God Seed. Sarà l’influenza dei dintorni, ma ci sono badilate di black metal qui dentro. Solo che a tratti sono thrash. A volte quasi punk. E su pezzi come “Sleepless Awaits” arrivano anche ad una ipotesi di blues. Un frullato di generi musicali, una metastasi di devastazione che si espande verso ogni direzione, annientando qualsiasi cosa. E chiunque. La mia spiegazione da docente della cattedra d’ignoranza vi porterà, da bravi secchioni, alla ovvia conclusione: un album che è un’accozzaglia di sonorità incompatibili. Sensata deduzione, sbagliata conclusione. Si, vi posso giurare che ci sono canzoni dentro questo album che sembrano non aver a che fare l’una con l’altra, ospiti improbabili di un mix estivo per feste omicide su una spiaggia, creato da un DJ eroinomane durante un’estate nucleare. Però stanno assieme, seguono il filo contorto dell’album, e vivono l’una dell’energia dell’altra. Ci sono poi pezzi come “Relapse” che iniziano thrash, buttano una sbirciata ad una specie di punk per finire a morire nella lenta decadenza del doom. E se su quella cattedra ci sono ancora io, permettetemi di dire che questa è un’altra lezione, un’altra impossibile formula chimica che, da dimostrazione matematica, può funzionare perfettamente. Un album totalmente assurdo. Se potessimo fare un film di alcune canzoni famose, questo album sarebbe la colonna sonora di “Orgasmatron” dei Motörhead. Lo so, è assurdo. Provate voi a descrivere l’assurdo. Pezzi che fanno godere di più? Io dico “Come Thunder”, la travolgente “Let Them Fall”. Mi piace la marcata vena black di “Det Hellige Har Forlatt”, la creatività di “Sleepless Awaits”, e la travolgente schiettezza di “Woolgatherer”. “Adjust To Darkness” è uno di quegli album che divide. Leggerete recensioni pessime. E recensioni superbe. Ripassate la lezione, usate la vostra testa, e schieratevi. Ma nel frattempo gli Overthrow avranno raggiunto l’obiettivo: farvi incazzare con la loro musica.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10