(Apostasy Records) Lo dico francamente e fin dall’inizio della recensione, io da una band come gli Overtorture mi sarei aspettato qualcosa di più. Da una band con Magnus Martinsson (ex Grave e Insision) e Andreas Hemmander, alle chitarre, Jonas Torndal (ex Grave e ora non più nella band) al basso, e Joel Fornbrant (Coldworker) alla voce, oltre a Fredrik Widigs (Demonical, sessionman per i Witchery) alla batteria, mi sarei aspettato meno serialità e ordinarietà. Ok che questo sound death metal ripercorre quello old style svedese, oltre ad avere anche spunti del death americano e che questo conferisce una maggiore possanza al sound, un aspetto più brutale e cupo, ma ad un certo punto le canzoni mi son sembrate molto simili e non per le melodie, ma per il tipo di soluzioni, per come certi accordi vengono ritmati o stoppati oppure prolungati. Trame che per quanto siano truci e ombrose e ritmi accoppiati ad un riffing devastante, non riescono nel complesso a proporre all’ascoltatore solo un impatto pesante. Ovviamente non è un debut album comune: produzione di granito e pulita, musicisti che si sentono essere gente già con una solida esperienza. Eppure il riffing per quanto sia dinamico è proporzionalmente ottuso e ripetitivo nelle sue forme, anche Joel Fornbrant con la sua torbida vocalità non sembra fornire vivacità. Ho già spiegato come la band mostri risvolti death anche americani (citerei anche Autopsy, Morbid Angel e Immolation) oltre ad alcuni europei, polacchi e inglesi (alcune galoppate alla Bolt Thrower), questo per spiegare come in loro ci sia una vena di tendenza tecnica o vagamente progressiva nel songwriting, ma è lo stesso songwriting che denota la mancanza di elementi che risultino effettivamente distintivi e in grado di rendere un buona manciata di pezzi (non dico tutti quanti) veramente esaltanti. Oltre 40’ di potenza e tenacia, ma anche di fatica a non distrarmi. Non vorrei sembrare banale, ma con un monicker così e musicisti con quelle credenziali anche quella copertina in stile fumetto e inadatta, perché incapace di comunicare l’esatta valenza del contenuto musicale.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10