(AFM) Sei anni sono passati da “Burning Leather”, ri-registrazione dei classici della band, e intanto i rifondati Oz hanno avuto un nuovo momento di pausa; solo adesso, con una line-up totalmente rinnovata (resta solo un membro della formazione originale, il batterista Mark Ruffneck), danno alle stampe questo “Transition State”, primo disco di inediti dal 1991. Siamo sempre nell’ambito del classic heavy metal: assolutamente nulla né di nuovo né di memorabile, ma una manciata di canzoni facili e ritmi catchy. “Bone Crusher” è sguaiata e caciarona come deve essere, con le sue radici ben fissate nel sound degli eighties; gagliarda e arrembante “Heart of a Beast”, più spostata sull’heavy/power, mentre “Whore of Babylon” è il mid-tempo epico che non ti aspetteresti in scaletta. Cori di un’altra epoca per “In the Shadow of a Shotgun”, mentre “The Mountain” è puro hard’n’heavy da fine anni ’80. “We’ll never die” è un inno da stadio talmente crasso da divertire sinceramente; con l’hard rock di sostanza di “Sister Red” siamo alla fine. Non indispensabile ma godibile.
(René Urkus) Voto: 7/10