(Dying Victims Productions) I Pagan Altar sono tra le band più belle della NWOBHM e tuttavia la loro carriera non è stata delle più semplici o quanto meno tra quelle più redditizie e continuate. La band ha conosciuto una pesante battuta d’arresto proprio negli anni ’80 e si è riformata nella metà degli anni 2000. I Pagan Altar sono stati alfieri del doom metal e pur concedendo il fianco in qualche canzone al puro heavy metal. Tra le pubblicazioni inziali degli inglesi c’era il primo album “Volume 1”, pubblicato solo nel 1998: era un demo che girava in cassetta e bootleg e solo in quella data finalmente ebbe una pubblicazione ufficiale e con un titolo nuovo. Nel 2004 la band ritorna in attività e pubblica un EP in sole 500 copie, “The Time Lord”. “Judgement of the Dead” è, formalmente, il terzo album della band, oggi ristampato. Infatti nel 2004 i Pagan Altar pubblicarono, oltre all’EP, anche il secondo album, “Lords of Hypocrisy” QUI recensito. “Judgement of the Dead”, già recensito QUI, è del 2005, mentre l’anno dopo pubblicarono l’album “Mythical & Magical”, QUI recensito. Di fatto la Cruz Del Sur circa dieci anni fa aveva ristampato e per la prima volta in CD i lavori dei Pagans, i quali però negli anni hanno conosciuto altre riedizioni e in vari formati. Uscendo da questa disamina strettamente filologica, “Judgement of the Dead” è un diamante grezzo, nel quale il doom più epico e melodico viene espresso con questa aura settantiana e dunque retrò. Lo stesso EP “The Time Lord” diventa un’occasione per capire da ogni angolazione questa band che ha avuto anche la forza di andare oltre il doom in certi casi, pronunciandosi con discorsi anche semi-psichedelici. Come già scritto in una delle recensioni già formulate in Metalhead su questi lavori così incisivi, ma in particolare su “Judgement of the Dead”, «i Pagan Altar sono una di quelle band che ci fanno capire perché il metal è oggi quello che è».
(Alberto Vitale) Voto: 8/10