(Cruz del Sur Records) “Lords of Hypocrisy” (senza l’articolo, almeno in questa ristampa) è il secondo disco dei Pagan Altar: la Cruz del Sur procede quindi nella sua opera di riproposizione del catalogo della band inglese, opera iniziata con il debut “Judgment of the Dead” (recensito QUI) e con il seminale ep “The Timelord” (che invece è QUI). Pubblicato per la prima volta nel 2004, ma scritto vent’anni prima, il disco è in linea con il già citato “Judgment” ed è sicuramente fra le cose migliori scritte dalla band. In “The Lords of Hypocrisy”, la prima traccia, il suono doom/rock della band è caldo e tridimensionale; “Sentinels of Hate” richiama con evidenza i primissimi Sabbath. Pressappoco al centro del disco troviamo gli undici minuti di “Armageddon”, brano che parte di gran carriera ma ha tutto il tempo di sviluppare un break quasi psichedelico. La bella “The Interlude” è una ballad acustica decadente, e anche “The Masquerade” lascia spazio – con ottimi risultati – a toni che sono sempre doom ma senza essere violenti e serrati. Si chiude con i ritmi di “March of the Dead”, ancora una volta indissolubilmente legati (ascoltate soprattutto la sezione ritmica) alle fumose nebbie di certo rock seventies. Trovo che i Pagan Altar abbiano tutti i numeri per piacere sia agli appassionati di doom che a quelli di occult rock: un disco da avere.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10