(Yarko Music Production/Casus Belli Musica) Se dovessi cercare un difetto in questo lavoro che mi si è subito presentato all’ascolto è l’estrema discontinuità che ho riscontrato dentro le singole tracce. Non parlo delle canzoni tra di loro, ma proprio della loro singola struttura: i tempi sono un continuo variare in velocità, una corsa schizoide che non lascia tempo all’ascoltatore di godere di una linearità all’interno del pezzo. Il che, considerato il genere e le sonorità proposte, è un peccato. L’epic proposto infatti, seppur in un contesto estremo, era comunque piacevole e azzeccato nelle atmosfere. Però proprio queste ultime non fanno a tempo a materializzarsi nella mente dell’ascoltatore in virtù di quanto appena detto. Il fatto che la produzione sia tutto sommato buona non fa altro che accentuare il senso di trovarsi di fronte ad una occasione mancata per questo album, costruito in definitiva per essere un esempio di musica estrema dai contenuti epici e folk. In particolare, permane in tutto il disco un senso di irrealizzazione, di mancato raggiungimento di una piena forma e intento espressivi e artistici, il ché in un disco di musica dovrebbe essere la sua essenza. Non pervenuto.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10