(Transcending Obscurity Records) Sono passati quasi tre anni dall’ultimo lavoro inciso dai Paganizer, il grande “The Tower of the Morbid” (QUI recensito) e due anni prima la band aveva inciso il decimo e ottimo album “Land of Weeping Souls” (QUI recensito). Tra il 2019 e oggi Rogga Johansson ha come al solito inondato il mondo dei suoi album, con progetti insieme a Paul Speckmann, i Furnace, Ribspreader, Putrevore e così via. Era successo anche prima del 2019 che Johansson pubblicasse a fiumi, lo fa da anni perché il nostro è inarrestabile ed infaticabile. Pur tuttavia, negli ultimi anni con i Paganizer – oggetto anche di compilation e live, nonché di split – ha tenuto alto, grazie a ottimi album, il valore della band che vede alla chitarra solista, affiancando dunque Johansson, il buon Kjetil Lynghaug, altro elemento che segue Rogga Johansson nei suoi progetti paralleli. Martin Klasen al basso e Matte Fiebig alla batteria completano la formazione. “Beyond The Macabre” suona in maniera micidiale e al contempo lucida. Un vivace death metal smaltato di parti thrash metal nonché di qualche brillante vestigia del death metal di marca svedese di un tempo. Johansson e soci ci danno dentro con i loro pezzi quasi tutti veloci, pur presentando dei bridge e variazioni di strutture che stemperano questa tempesta. In neppure 40′ la band espone il suo meglio, tenendosi salda al death metal, tranne quando l’essere svedesi spinge dunque i Paganizer a ruggire con riff e tempi di natura thrash metal, rendendo il tutto più agile e a tratti anche catchy. Suonano bene i Paganizer anche se alla lunga nei dieci pezzi si ha la netta sensazione che lo schema, il canovaccio del tutto sia sempre lo stesso. Sono i particolari come il riff isolato, l’assolo, il fraseggio esaltante, l’arrangiamento di una qualche parte del pezzo che fa la differenza sul tutto. Gli ultimi due pezzi dell’album, “You Are What You Devour” e “Unpeaceful End”, sono eccellenti. Il primo perché Kjetil Lynghaug è splendido e il lavoro dei colleghi nell’arrangiamento per valorizzare le sue parti soliste sono di tutto rispetto. Il secondo perché accoglie la prestazione vocale di Karl Willets, dei mai dimenticati Bolt Thrower e parte oggi dei Memoriam. “Beyond The Macabre” è suonato molto bene, brilla forse meno rispetto ai due precedenti lavori ma, rispetto a tante cose che scrive e incide Rogga Johansson, questo album è decisamente uno dei Paganizer e non sembra proprio altro.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10