(Xtreem Music) Atteso per il 1° novembre “Flesh Requiem”, il nuovo album che i Paganizer pubblicheranno con la Trascending Obscurity nel mese di settembre, Rogga Johansson e soci presentano anche un EP apripista all’album, ma non esattamente al prossimo bensì a quello che uscirà nel 2025 e proprio con Xtreem Music. Etichetta con la quale i Paganizer hanno già pubblicato due full length. Quando c’è di mezzo Rogga Johansson vige un’inflazione di creatività e pubblicazioni e chi conosce il musicista lo sa molto bene. I Paganizer hanno pubblicato in ventisei anni ben dodici album, più due dal vivo, nove EP, tredici split e infine quattordici compilation. A questi vanno sommati i lavori di Johansson con altri progetti e quelli da solista. L’EP vede il pittoresco titolo “Forest of Shub Niggurath”, un titolo ovviamente ispirato dal maestro Lovercaft, tanto caro agli svedesi dediti al sacro melodic death metal di madre patria. “Forest of Shub Niggurath” tenta di discostarsi da “Flesh Requiem” – l’album atteso per novembre è già stato distribuito alle redazioni dei media – attraverso una produzione decisamente più corposa dell’EP rispetto a quella leggermente levigata dell’album. Sei pezzi incalzanti e quasi tutti abbastanza brevi che trovano una certa fusione di intenti nella title track, con quel sound così ‘grasso’, possente e robusto, già rispetto all’opener che la precede ovvero “The Outer Gods”. Altro titolo lovecraftiano. Le marce così spigliate ricalcano i primi vagiti degli Entombed, con quel senso hardcore che si staglia alle spalle del tutto, come in “Malediction Burns”, “A Foul Creature” o proprio l’opener “The Outer Gods”. Proprio l’impronta hardcore nell’EP è pronunciata rispetto a “Flesh Requiem” ed è evocativa con i suoi tenebrosi temi melodici in “Rlyeh Ascends. In questa tornata Johansson e Dennis Blomberg, il secondo è chitarra solista, virano decisamente verso un’impronta hardcore nell’ossatura di almeno cinque pezzi su sei e tenendosi su partiture essenziali non prive di melodie improvvise che lacerano quella coltre di potenza.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10