(Transcending Obscurity Records) Se si pensa che sono passati solo due anni da “Land of Weeping Souls” (QUI recensito), il precedente album dei Paganizer, e che nel mentre Rogga Johansson ha preso parte ad almeno un’altra ventina di pubblicazioni, tra album, EP e split, la cosa fa davvero sensazione. Johansson mente portante di questo e altri progetti (Megascavenger, Revolting, The Grotequery e non solo), è un musicista che satura il mercato di uscite. Tra l’altro anche pubblicando lavori solisti (l’ultimo è QUI recensito); quasi a non volere lasciare nulla nel cassetto e di incompiuto. Tante buone cose, perché compone il death metal di matrice svedese, quello della prima ora, in una maniera appena smaltata e tanto ruggente. “The Tower of the Morbid” è una delle cose migliori che Johansson e il suo manipolo di colleghi hanno saputo creare da qualche tempo. Ogni angolo di questo full length sembra il ritorno dell’epopea dei primi Grave, Entombed, Dismember e Carnage, con indiscutibili momenti pregni di riff e tappeti ritmici che avanzano in una maniera dissoluta e possente come hanno fatto i gloriosi Bolt Thrower oppure gli Asphyx di un tempo. A tutto ciò si abbinano certe modalità tipiche del modo di comporre di Johansson, come i riff inevitabilmente veloci che a tratti scadono in qualcosa neo-crust e, soprattutto, i ritmi martellanti ma sempre pronti a variazioni tematiche. Non si pensi a un revival con “The Tower of the Morbid”, anche perché Rogga è e resta un prodotto di quella scuola da sempre; inoltre l’altra chitarra Kjetil Lynghaug è perfettamente in simbiosi con Johansson visto la sua partecipazione in un altro e illustre progetto del chitarrista e cantante svedese, ovvero Johansson and Speckmann. Si, quello Speckmann, dei Master.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10