(Cyclone Empire) Rogga Johansson è puntuale e sistematico come le tasse. Ritorna sempre! Un nuovo album con i Paganizer, forse la band, il progetto più intimamente vicino alle sue coordinate musicali, fatte di un death metal svedese della prima era e che negli anni è rimasto nel filone old-style e dunque riprendendo ciclicamente tutti i clichè, canovacci, stili e idee del genere senza mai rinnovarsi, nemmeno attraverso le molteplici creature (progetti paralleli) che il buon Rogga tiene in piedi. Tra l’altro è annunciato per il 10 giugno un album insieme a Paul Speckmann (Master). Anche li non aspettatevi novità ma…poi leggerete! Tanti album all’anno, tante canzoni e sempre lo stesso spartito, a grandi linee. Un nuovo album di Johansson non fa notizia e qualsiasi fan o interessato al genere sa bene cosa aspettarsi. “World Lobotomy” sono i Paganizer più puri anche perché c’è la formazione originale, manca solo il bassista, e quella vena old style con una maggiore enfasi hardcore. Sono sempre loro, sono sempre quelle tematiche e quei suoni. Sono sempre quelle note frementi e intossicate, ma c’è una fusione tra death metal e crust maggiormente riuscita in questo album. Mettiamola così, le rifiniture sono tante e tutte ben curate. Non c’è la patina della perfezione e non ci sono le laccature, ma tutto oscilla rimanendo al suo posto. La doppiacassa di Jocke Ringdahl è vispa, sbatte con frenesia, le distorsioni sono crude, quasi grezze ma i riff scorrono bene. Insomma, io sento qualcosa di più in questo lavoro e son contento di poterlo ammettere perché ho dato addosso a Johansson per il suo inflazionare i fans con sempre nuove proposte e spesso simili nei contenuti. Ovviamente “World Lobotomy” non porta dentro alcuna novità, ma se cercate del death metal nordico vecchio stampo i Paganizer andrebbero proprio bene. Avevate dubbi?
(Alberto Vitale) Voto: 7/10