(Nuclear Blast Records) Sublimi. Immensi. Si superano, vanno oltre, con una pesantezza che non si erige più solo sul muro impenetrabile di chitarre, piuttosto sulla dimensione emozionale, sulle sensazioni, sulle emozioni scatenate e scaturite. L’incedere luttuoso, di “Where The Light Fades” trascina dentro le emozioni di questo album, il quale si appesantisce a tratti con una title track che alterna violenza a suggestione eterea. Sognante “Signals”, favolosa l’imponente “Endless Place”, con la sua introduzione delicata, il suo doom lacerante, la su chitarra bluesy, il suo sassofono incantevole. Oscura e riflessiva “Daybreak”, tuonante la conclusiva e misteriosa “With Disease”. Se fino al precedente “Forgotten Days” (recensione qui) il doom era ancora una componente dominante, con il nuovo lavoro diventa un dettaglio, un aspetto, un punto di vista. Ovviamente questo potrebbe spaventare tutti i fans alla ricerca di una certa sonorità, ma vi assicuro che “Mind Burns Alive” è ben più pesante di qualunque altro dei quattro album precedenti. “Mind Burns Alive” è intimo. È riflessivo. È introspettivo. È dannatamente potente, con le sue tematiche che affrontano temi di solitudine e di soffocamento emotivo che spinge il tuo io che ad ingannarti mostrandoti un mondo sostanzialmente al rovescio. Brani profondi, ricchi di dettagli, tutt’altro che prevedibili, tutt’altro che semplici, sempre tanto pesanti quanto atmosferici e suggestivamente eterei. L’intreccio sonoro e poetico che mette a faccia a faccia lo sconforto e quell’impulso di andare avanti, sconfiggendo ogni avversità.

(Luca Zakk) Voto: 9/10