(Eleven Seven Music) I Papa Roach hanno fatto un discorso musicale che ha contribuito ad alimentare il nu-metal. Per qualcuno però sono solo un derivato di altri ben più grandi di loro. Che le cose stiano così oppure no, l’undicesimo album dei Papa Roach suona alle nostre orecchie come ben impiantato nella realtà musicale contemporanea che aleggia sia nel rock che nel metal. Ovvero mischiare più cose, di qualche anno fa o comunque più stili e soluzioni, supportando il tutto da una produzione mastodontica. I Papa Roach non si lanciano in sperimentazioni, anzi forse sembrano anche più infoiati e stizziti rispetto agli ultimi album, tuttavia contenendo l’adrenalina per tenersi comunque in quel settore del mercato discografico che tocca quanta più gente possibile. Si nota ormai che l’uso del rap su cadenze metal e l’elettronica, decisamente invasiva nel sound della band, sono da qualche tempo due aspetti onnipresenti nelle composizioni di Jacoby Dakota Shaddix e colleghi. Dunque in tutto ciò, cosa c’entrano o ci stanno a fare insieme i momenti punk di “I Suffer Well” o il pop di “Problems”? Insomma, siete un gruppo pop-rock, nu metal, hip hop metal? Cosa siete? Chissà, ma i Papa Roach riescono a essere di compagnia. Allietano e del resto con canzoni di 3′ non potrebbe essere altrimenti.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10