(Stickman Records) Sette. Settimo sigillo per i danesi Papir, tipicamente impegnati con rock psichedelico, krautrock, ma qui orientati al puro ambient, un tunnel sonoro infinito dentro e lungo il quale invita la lunghissima opener “7.1 (part I-III)”; dal nulla emerge poi una ritmica seducente, ed ecco che quel sogno, quella dimensione quasi onirica inizia a diffondersi con più energia grazie alle pulsazioni quasi beatamente cosmiche di “7.2”, seguite dall’intimità primordiale di “7.3”, quasi la colonna sonora dell’origine della vita, della luce, di un lunghissimo giorno. “7.4” penetra nell’etere con magia e senso di malinconia, portando lentamente verso l’epilogo di un disco profondo, imprevedibile, seducente e in qualche modo mistico. Un senso di calma infinita in qualche modo connesso con la maestosità e l’armonia del mare. Lontanissimi da ritmiche ed incedere heavy, con un rock presente nell’essenza ma non certo nelle sonorità, i Papir partono per un loro viaggio nella profondità degli oceani, alla ricerca di uno stato di pace, lontano dal caos nevrotico e massacrante della malata società del giorno d’oggi.
(Luca Zakk) Voto: 8/10