(W.T.C. Productions) Buon natale. Non è questo che dice la gente il 25 Dicembre? Ecco, quindi i tedeschi Paria non sono “gente”. Nemmeno animali. Forse sono proprio demoni, della peggior specie. Infatti in questo giorno iper-celebrato e pateticamente esaltato dalle masse, loro vomitano sul mercato, complice la World-Terror-Committee, questa perla di satanismo, di anti-cristianesimo, di black metal con tutti i… crismi e sacrismi (ops…scusate!). Questo “Cimitero” è un massacro infernale, quasi mezz’ora efferata, malvagia, assetata di sangue, affamata di carne. Lunghissima l’introduzione, liturgica, ossessiva, oppressiva, la quale cede spazio a “Pergamentikkch Nemesis”, un brano che apre con un mid tempo ricco di groove, linee di basso intense… quasi un assolo costante, riff diretti e vocalist privo di qualsivoglia barlume di lucidità e stabilità mentale. Trionfo e feeling marziale con “So Far from the Hidden God”, brano pestato, tirato, suonato ancora una volta in maniera intensa, con i piatti della batteria che creano un pattern perfetto per l’andazzo ossessivo delle chitarre. Mid tempo che trasuda odio su “Cyclikkch Ovogenesis”. Odio ma anche pazzia, perdita del contatto con l’equilibrio della mente, in piena crisi epilettico-demoniaca. Alla fine del mini-album, chiudendo il cerchio, riportando tutto al silenzio del cimitero, ecco una valida “Call from the Grave”, cover dei Bathory. I Paria stanno -forse- andando verso il quarto album. Ci stanno trascinando verso nuovi inferi, nuove apocalissi sataniche. E, ve lo posso assicurare, non c’è ombra salvezza e nemmeno un’ipotesi di redenzione.
(Luca Zakk) Voto: 8/10